venerdì, ottobre 23, 2009

I tanti "omissis" della Moratti in aula

INTERVENTO IN BOZZA
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
DEL 21 OTTOBRE 2009

RELAZIONE DEL SINDACO MORATTI: “IL LAVORO SVOLTO DALLA GIUNTA NEI TRE ANNI”.

Il consigliere Baruffi così interviene:
“Grazie Presidente. Pochi minuti per poche cose; la prima, forse la più rilevante. Spero che l’Assessore al Bilancio e alle Partecipate, che è qui, bilancio e basta, le partecipate le ha sempre il Sindaco, la possa riferire al Sindaco perché, tra le cose che il Sindaco non ci ha detto, è stato il destino che avrà a Milano l’area dell’ortomercato, cioè ha omesso di dirci sia che cosa ha fatto in questi tre anni per quell’area e per quella società SOGEMI e sia quello che accadrà in futuro.
Io so, e voglio ricordarlo al Sindaco, anche se non è in Aula, che quando si candidò a Sindaco andò all’ortomercato e parlò con gli operatori e promise loro che l’ortomercato non sarebbe più stato trasferito, come era nei programmi della giunta Albertini e nei piani industriali fatti dagli amministratori della società ai tempi della giunta Albertini, ma che si sarebbe intervenuto per lasciare lì l’ortomercato ristrutturarlo, renderlo moderno e renderlo capace di affrontare i problemi.
Allora, a me pare che dopo tre anni siamo a zero su quel fronte, forse siamo sottozero, nel senso che le cose sono peggiorate; sono girate tante voci sui destini di quelle aree e si è parlato a lungo della città del gusto nell’ambito dei progetti per Expo.
Mi pare che siamo al punto di non ritorno rispetto anche alla crisi finanziaria e al bilancio di SOGEMI.
Io ho l’impressione che se non si interviene alla svelta perché sia fatta chiarezza su quell’area, su SOGEMI e sul modo in cui il Comune intende intervenire per ricapitalizzare SOGEMI; se non si interviene per chiarire che la plusvalenza generata dalla creazione della SOGEMI 2 e dal trasferimento delle aree a SOGEMI 2 per la realizzazione della città del gusto è una situazione di maquillage finanziario ma non ha le gambe per andare avanti; se non si interviene in fretta, io penso che gli amministratori di SOGEMI saranno costretti a portare i libri in Tribunale, e non vorrei che avessimo un secondo caso Zincar, di proporzioni però ben più rilevanti, che questa città si dovesse trovare ad affrontare.
Allora, mi auguro che qualcuno nei banchi della Giunta se ne faccia carico.
La seconda cosa riguarda invece il bike sharing, quello che a tutti gli effetti può essere definito un successo di questa Amministrazione, anche grazie alla spinta ricevuta in quella direzione dalle associazioni, dai ciclisti milanesi, da chi l’ha chiesto con forza.
Ebbene, sul bike sharing però c’è un problema che forse conosce bene l’assessore Croci, che è qui presente, e cioè il fatto che, siccome in questo Comune - come diceva prima il collega De Pasquale - i settori a volte non si parlano, noi abbiamo stipulato un contratto attraverso ATM, con la società che fornisce il servizio del bike sharing, nel quale si prevede che la contropartita per i costi di gestione del servizio sia data dalle installazioni pubblicitarie.
Sappiamo che il settore pubblicità non rilascia le autorizzazioni; sappiamo che il rischio che abbiamo di fronte, l’inverno magari ci aiuterà a superare il momento di crisi, ma che abbiamo di fronte per la prossima primavera se non si sblocca la situazione, è che chi gestisce oggi il servizio del bike sharing non sia più in grado di gestirlo, a fronte del fatto che il Comune in questo momento, o meglio ATM, ma il Comune dall’altra parte, deve un sacco di soldi a chi ha gestito il servizio in tutti questi mesi e lo sta facendo a fronte della mancanza della contropartita data dalle installazioni pubblicitarie.
Allora, se non si vuole rovinare anche questo, come si è rovinato Ecopass, forse qualcuno se ne dovrebbe fare carico in maniera molto decisa e con tempi molto rapidi.
Terza cosa, sui parcheggi.
Mi pare che il Sindaco abbia scelto di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, e cioè: affrontare una situazione qui, lasciarne partire un’altra là, si risolve forse la Darsena ma si vuole aprire non solo quella di Sant’Ambrogio di ferita ma anche quella di via Palestro e di via Marina, e quella di piazzale Libia.
Allora, tra gli obiettivi di questa Amministrazione c’era il nuovo Piano Urbano dei Parcheggi; sono passati tre anni, il nuovo Piano Urbano dei Parcheggi non è stato presentato. Siamo in forte ritardo, forse qualcuno se ne deve fare carico, perché non è che su quel tema non si può continuare a sfogliare la margherita o a sfogliare il carciofo visto che si tratta di tante spine, ma bisogna assolutamente fare un nuovo Piano Urbano dei Parcheggi che dia il senso di quello che questa Amministrazione vuole fare, se accontentare qualcuno in qualche circostanza, perché questo torna utile dal punto di vista politico – elettorale, o se invece decidere una revisione radicale del Piano Urbano dei Parcheggi che era faraonico, che era sbagliato nelle localizzazioni e che spesso è stato sbagliato anche nelle procedure di applicazione.
Chiudo con l'ultima cosa. Il Sindaco ha citato una quantità infinita di premi che Milano ha ricevuto negli ultimi mesi, su varie questioni, soprattutto sui temi della mobilità, io dico solo: facciamo attenzione a non dare eccessiva enfasi, perché la convegnistica e l’industria dei premi che ormai vede coinvolte svariate istituzioni, enti, istituti universitari, è una pratica molto diffusa, ma poi dietro a questi premi di facciata la sostanza va misurata quotidianamente sugli effetti che sulla città si producono rispetto alle scelte che vengono compiute”.

domenica, ottobre 18, 2009

voterò alle "primarie" del PD

Domenica 25 ottobre voterò alle "primarie" del PD e voterò per Ignazio Marino. Per provarci. Per provare a prendere e a ridare fiato. Per continuare a lavorare per una società più giusta, per un ambiente più pulito, per uno sviluppo equilibrato. Per trovare, in un mare più grande, quei tanti che parlano la stessa lingua degli ecologisti e che, magari, non sono neanche mai stati Verdi.

Voterò da cittadino preoccupato per la profonda crisi che attanaglia la nostra democrazia e da cittadino fiducioso nella possibilità di costruire un'alternativa culturale, valoriale e politica alla spirale populista e reazionaria che ci ammorba ogni giorno di più.

E' in atto una deriva etica di proporzioni inaudite e si moltiplicano i segnali per cui l'uscita dalla crisi economica e sociale di questi mesi rischia di essere costellata dall'aumento delle diseguaglianze, dalla riduzione delle pari opportunità in campo socio economico e in quello dei diritti civili, dall'aggravamento dei problemi strutturali che affligono l'economia e la competitività dell'Italia e, non ultimo, dalla continua aggressione nei confronti dell'ambiente con le scelte per il nucleare, per le grandi opere inutili, per i "piani casa" che consentono di costruire nelle aree protette.

Solo in Italia - non in Giappone, non in California - terremoti di proporzioni non catastrofiche riescono a uccidere perchè si è costruito e si costruisce nella totale noncuranza delle norme antisismiche. Solo in Italia - non in Gran Bretagna, non in Germania - i comportamenti privati più disinvolti, spregiudicati e ipocriti, le volgarità da cabaret di quart'ordine, la prevalenza del familismo affondano nel ventre molle di una opinione pubblica distante, sfiduciata e indifferente. Solo in Italia - quasi come nell'Argentina del crack - la crescita del debito pubblico, la complicità con gli evasori fiscali e la compiacenza verso i gruppi economico-finanziari amici rende squilibrato e difficile fare impresa e agire in regime di vera concorrenza. E ancora, solo in Italia, la flessibilità sul mercato del lavoro viene interpretata come una rete di salvataggio per le furbizie dei datori di lavoro e sempre e solo in Italia le politiche sull'immigrazione sono così pesantemente condizionate dagli "imprenditori della paura" e da un impianto ideologico e culturale razzista.

In questo quadro la risposta politica che è stata messa in campo dal congresso dei Verdi non è nè sufficiente nè adeguata. Non mi convinceva l'opzione di Sinistra e Libertà ma neanche quella identitaria dei Verdi. E' vero che un piccolo partito, con un marcato accento culturale e tematico, può vivere, trovare consensi e addirittura condizionare positivamente aggregazioni più ampie. Ma questo è il percorso che i Verdi hanno già compiuto negli anni '80 e '90, senza riuscire mai a decollare, anzi, smarrendo progressivamente per strada quella funzione di egemonia culturale sui mondi di quanti - associazioni, piccoli imprenditori ante litteram della green economy, forze culturali critiche e creative del sistema di sviluppo - parlavano il nostro stesso linguaggio.

E' troppo tardi. Il treno è passato e noi lo abbiamo perso.

Oggi, proprio di fronte alla crescita nella società, nell'economia, negli stili di vita, nell'opinione pubblica, di segmenti che hanno fatto proprio il linguaggio visionario e concretissimo della qualità della vita, della crescita equilibrata, della tutela delle biodiversità, della partecipazione e della democrazia diffusa, la risposta politica di una costituente ecologista che abbia come polo di attrazione il partito dei Verdi (il partito del NO, dall'immagine sporcata senza rimedio dai rifiuti di Napoli e dall'approccio litigioso e inconcludente) è, a mio parere, velleitaria.

Pensare ai Verdi come attrattori dei grillini e degli ecodem, dei radicali o dei socialisti e di quanti oggi magari sentono in dubbio il cammino di sinistra e libertà, mescolando a caso nuovi fondamentalismi e ambientalismo di governo. Non c'è in Italia un Cohn Bendit e non c'è nemmeno una classe dirigente omogenea e solidale come quella dei verdi tedeschi. Per questo temo che la girandola della nuova ed ennesima costituente ecologista (nel 1999/2000 ce ne fu una a guida Francescato dopo il tonfo delle europee, Pecoraro ne aveva lanciata un'altra a Genova a maggio del 2007, chi se lo ricorda ?) finisca nella confusione e in una nuova macedonia elettorale per le prossime regionali.

E così domenica prossima vado a votare Ignazio Marino alle "primarie" del PD.

mercoledì, ottobre 14, 2009

L'Italia medievale

Mentre nel paese aumentano le aggressioni violente contro gli omosessuali in Parlamento la destra e i fondamentalisti religiosi (Binetti, UDC) affossa al primo colpo il disegno di legge contro l'omofobia. Intanto pochi giorni fa Obama ha rinnovato il suo impegno per ridurre le discriminazioni e le ipocrisie che penalizzano gli omosessuali negli USA. Ma quando e come finirà il nostro medioevo ?

lunedì, ottobre 05, 2009

ecopass, multe e condoni

Omnimilano-ECOPASS,BARUFFFI (VERDI): MULTE? SCUDO ESATTORIALE ALLA MILANESE(OMNIMILANO) Milano, 05 ott -

"Dopo lo scudo fiscale alla romana arriva lo scudo esattoriale alla milanese". Così il capogruppo dei Verdi a palazzo Marino Maurizio Baruffi commenta il via libera al condono delle multe del primo anno di ecopass deciso oggi dal vertice del Pdl.