giovedì, giugno 07, 2007

sulla fusione aem-asm e l'aumento della tassa rifiuti


INTERVENTI IN BOZZA

SEDUTA C.C. DEL 4 GIUGNO 2007

 

omissis

Sulla relazione del Sindaco Moratti: "Fusione AEM/ASM

Il consigliere Baruffi così interviene:

"Grazie, Presidente. Ci troviamo in una situazione in cui le informazioni sono fresche, perché ci sono state comunicate in aula dal Sindaco, abbiamo ascoltato una relazione che contiene molti spunti e molti numeri su cui riflettere, ed è chiaro che avremo modo e tempo di farlo con attenzione, quando ci verranno consegnate poi le carte. Però alcune considerazioni vanno comunque svolte.

Innanzi tutto vi è la necessità di capire a fondo qual è il piano industriale che c'è dietro quest'operazione, perché qualsiasi operazione di natura finanziaria per essere letta in trasparenza e fino in fondo ha bisogno di essere accompagnata dalle intenzioni sotto il profilo industriale. La seconda considerazione riguarda la necessità di trasparenza, non solo sulle informazioni di carattere generale e relative agli aspetti finanziari, ma anche su come poi si andranno a costituire i Consigli di Amministrazione della società principale e delle varie società che, a cascata, immagino, ci saranno. E poi massima trasparenza deve esserci sotto il profilo delle tariffe per quanto riguarda i servizi che gli utenti finali chiedono a queste società. Quello dei rifiuti, ma anche quello del gas, perché sappiamo - è di settimana scorsa la notizia - è in corso un'inchiesta della Magistratura sotto questo aspetto ed è necessario che vi sia la massima trasparenza sulle tariffe e sulle modalità con le quali vengono effettuati i conteggi del gas consumato da ciascun utente finale. C'è poi un numero che è mancato nella relazione del Sindaco: quello relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti. Cioè è mancato un confronto tra Milano, da una parte, e Brescia o Bergamo, dall'altra, le città che sono partner in quest'operazione. Vi è una differenza, in termini percentuali, Brescia e Bergamo si attestano intorno al 41-42% di raccolta differenziata, Milano viaggia tra il 30 e il 35, a seconda delle differenti modalità di calcolo che vengono utilizzate, diciamo che quella ufficiale è del 30%, quella che fornisce il Comune è del 35, ma prendiamo per buono il 35. La necessità di lavorare, dal punto di vista industriale, per un ulteriore rilancio della raccolta differenziata dei rifiuti rappresenta un punto cardine della valutazione, che noi faremo come forza politica, sia a Brescia sia a Milano, per quanto riguarda il parere su quest'operazione. Non solo pensando alle emergenze di altre regioni, a cui assistiamo, e sicuramente non vogliamo che Milano né alcuna altra città della Lombardia o del Paese finisca in quelle condizioni, ma perché legato a quello c'è il ragionamento da fare su quali impianti sono quelli di cui c'è effettivamente bisogno. Se c'è bisogno di un secondo termovalorizzatore nell'area milanese oppure no, se invece c'è bisogno, forse, di un nuovo impianto di compostaggio nell'area milanese oppure no. Io ricordo, perché troppo spesso ci sono dei pregiudizi su questo, che il termovalorizzatore di Brescia venne autorizzato dall'assessore regionale Carlo Monguzzi, dei Verdi, nel '93, cioè non è stato autorizzato da qualcun altro, è stato autorizzato da chi, nei Verdi, in quel momento ricopriva una responsabilità di governo del territorio importante, quale quella di un Assessorato della Regione Lombardia. Questo per dire che non esistono pregiudizi, ma esiste la volontà di esaminare a fondo le scelte per capire quali sono le più razionali possibili. Quindi chiudo con un'ultima brevissima riflessione sui costi e sulle tariffe. Ci è stato detto che inciderà anche il passaggio della gestione della pulizia delle aree verdi ad AMSA, ebbene, il Comune quella cifra già la destinava, nel contratto generale della manutenzione del verde ad un altro gestore, ora, non credo che si possa dire che il Comune paga tanto quanto pagava prima il Global Service, che però non fa più la pulizia delle aree verdi, e dall'altra parte il Comune chiede i soldi ai cittadini per la pulizia delle aree verdi. O si riduce il contratto con il Global Service oppure non si aumentano le tariffe, ai cittadini milanesi, per quella voce specifica. Grazie".

 

omissis

 

martedì, giugno 05, 2007

ciclisti in piazza scala

Corriere della Sera 5 giugno di Armando Stella
La protesta davanti al Comune. «La politica è in ritardo». I Verdi: vanno aperti i marciapiedi alle bici
Le associazioni: incidenti in aumento. Il Comune: in tre anni 120 chilometri di piste riservate

«Secondo voi il messaggio è arrivato? ». Figurarsi. L'ultima domanda- provocazione al microfono raccoglie tre minuti di fischi, trombette e campanelli per le finestre chiuse di Palazzo Marino. Il popolo delle due ruote è «stanco delle promesse» e arrabbiato «perché s'insiste nella politica dell'auto a ogni costo, si lanciano proposte insensate tipo le targhe alle bici, si mettono contro ciclisti e pedoni». E invece, la santa alleanza della mobilità dolce è in piazza unita per dare l'aut aut al Comune. «I primi interventi devono partire entro il 2007», attaccano Eugenio Galli e Gigi Riccardi, presidenti di Ciclobby e Fiab. Non s'accettano più «scuse» dal Comune: «I ritardi sono pluridecennali». Dunque: subito «parcheggi sicuri» e «più zone a 30 chilometri orari per le auto». E altrettanta tempestività spinga «il piano delle piste protette» e il regolamento «che apre i marciapiedi a ciclisti e pedoni». Sono un'ottantina gli spazi abbastanza adatti, dice il Verde Maurizio Baruffi. Che ha pronta una mozione per il consiglio: «Ora si mettano i fondi».
Piazza della Scala, ore 18. Palazzo Marino è zona rossa. Transenne e poliziotti. «Hanno paura di noi...», ironizzano in molti. Vuoi vedere. Il sit-in raccoglie qualche centinaio di manifestanti in sella con volantini e striscioni. L'ala dura e pura del movimento annovera i pensionati della Onlus «CamminaMilano», bimbi in età pre-scolare, «Genitori antismog», universitari e professionisti in giacca, pedalatori di Critical Mass, comitati, Legambiente e politici. Il tono dello scontro è in una frase al microfono: «Si è perso un cane pastore con collare rosso». Appunto.
Da alcune settimane un Tavolo tecnico è al lavoro sul nuovo Piano comunale della mobilità ciclistica. Prevede: un aumento delle piste per le due ruote da 70 a 120 chilometri in 3 anni, marciapiedi per uso promiscuo, 1.326 stalli in 70 punti strategici. Così l'assessore Edoardo Croci: «Abbiamo accolto le proposte delle associazioni al Tavolo tecnico. La disponibilità della giunta s'è già concretizzata». «È vero, ma non basta», risponde la piazza. Anzitutto perché l'uso della bici «non va più penalizzato » (leggi: la campagna di multe annunciata dai ghisa). E poi, insomma, «una seria politica antismog non può prescindere dalla mobilità dolce», osserva Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente (leggi: vada alle due ruote il 10% delle risorse comunali sui trasporti, come vuole l'Ue). Concordano i «Genitori antismog»: «Dal 2001 a oggi non abbiamo visto nessun risultato in tema d'inquinamento». Sulla stessa linea Ulivo, Verdi, Lista Ferrante, Pdci: «Non sono più rimandabili interventi seri per incentivare i mezzi non inquinanti e mettere in sicurezza i percorsi». Condivide a metà il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri: «La sicurezza dev'essere il criterio guida per l'amministrazione, ma va limitata la circolazione delle biciclette nelle aree più problematiche».
Problemi? Trentasette morti e 2.102 feriti tra pedoni e ciclisti nel 2006 «richiedono una risposta», urla la piazza. Un ragazzo mostra una ciambella salvatraffico, Critical Mass disegna una pista spray da Leonardo da Vinci alla Galleria. Non basta, evidentemente. Il resto, scampanella il sit-in, «tocca a Palazzo Marino». Sarà arrivato il messaggio?

 

 

La Repubblica 05 GIUGNO di STEFANO ROSSI
Fiab, Ciclobby e Legambiente chiedono strade con il limite di 30 all´ora, rastrelliere e uno specifico Piano della mobilità ciclistica
In trecento con le biciclette in piazza Scala: "Più sicurezza per le due ruote"
Verdi e Forza Italia propongono la costruzione di ottanta piste in sicurezza

Più spazio alle bici, in nome della mobilità ecologica e sostenibile, superando la contrapposizione assurda e pretestuosa fra ciclisti e pedoni. Anche se non sempre i primi sono senza macchia, «non si sa di pedoni uccisi dai ciclisti, mentre di ciclisti uccisi dalle auto ce ne sono molti, specie in questo 2007». Queste, in sintesi, motivazioni e slogan dei circa trecento amanti delle due ruote che si sono dati appuntamento ieri alle 18 in piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino. Tutti sul loro cavallo d´acciaio, buono nell´occasione per far levare una sonora scampanellata all´indirizzo della giunta, che non ha ancora varato il Piano per la mobilità ciclistica, promesso per la fine di gennaio.
Tre le richieste principali dei manifestanti, così riassunte da Eugenio Galli, presidente di Ciclobby, e Luigi Riccardi, presidente Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta: «Le bici sui marciapiedi, come prevede il codice della strada. L´istituzione di strade e quartieri con velocità massima di 30 chilometri orari, perché la velocità delle auto è la prima causa di incidenti per ciclisti e pedoni. Più parcheggi per le bici, e che permettano di legare ruota e telaio insieme: quelli con la fessura non vanno bene, rischi di ritrovare solo la ruota». Commenta Carlo Montalbetti (Lista Ferrante): «Basta guardare piazza della Scala, ci sono solo sei stalli per la bici».
Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, ha rivendicato il contributo alla causa ambientale del trasporto su due ruote, chiedendo al Comune di investire nella ciclabilità «un decimo delle spese affrontate per sostenere la mobilità automobilistica». Il consigliere comunale verde Maurizio Baruffi presenterà in aula una mozione per impegnare la giunta ad autorizzare la circolazione delle bici sui marciapiedi in ottanta strade cittadine. La mozione è bipartisan, essendo stata firmata ieri da due consiglieri di Forza Italia, Baldassarre e De Pasquale. Una risposta all´iniziativa dei vigili, di una quindicina di giorni fa, di punire con 36 euro di multa i ciclisti che viaggiano sul marciapiede.
Il presidente del consiglio comunale, il forzista Manfredi Palmeri, si dice d´accordo con qualche distinguo: «È opportuno limitare la circolazione delle bici nelle aree con problemi oggettivi, potenziandola invece nel resto della città con investimenti orientati a migliorare la sicurezza delle strade e a promuovere la formazione dei cittadini».