martedì, maggio 30, 2006

il giorno dopo il voto

Due consiglieri Verdi a Palazzo Marino. Non saremo al governo della città,
ma dall'opposizione non faremo mancare il nostro contributo perchè Milano
diventi una città migliore. Mi auguro che Letizia Moratti voglia essere
davvero il Sindaco di tutti i cittadini e che mantenga la promessa di
cambiare metodo rispetto al pessimo Albertini. Dialogo con i cittadini e con
l'opposizione. In cambio avrà da parte nostra una contrapposizione non
ideologica, ma costruttiva. Il mio nuovo compagno di banco sarà Enrico
Fedrighini, che si merita il titolo di imperatore del QT8. I voti che Enrico
ha conquistato nella zona in cui era consigliere e anche il mio risultato
personale dimostrano che vengono premiati i Verdi che lavorano sul
territorio, quotidianamente, a fianco dei cittadini.

Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato, sostenuto e sopportato
in questa faticosa campagna elettorale. Non mancherò, nelle prossime
settimane, di continuare a fare quello che ho fatto nei precedenti 5 anni:
rendere più trasparente il palazzo, battermi per una Milano meno inquinata,
più verde e più pulita.
1201 volte grazie. Maurizio

ps: se qualcuno volesse i dettagli sul voto:
http://servizi.comune.milano.it/elezioni/elezioni/

sabato, maggio 13, 2006

paolo garimberti su repubblica 12 maggio 2006


I DIARI DELLA BICICLETTA
 
Quando l´amore non è corrisposto
 
 

C´è qualcosa di freudiano nel rapporto tra i ciclisti milanesi e l´amministrazione comunale. Almeno negli ultimi cinque anni. Milano è forse la città italiana dove l´amore per la bicicletta è a tutto tondo: passionale, globale, manifesto. Proprio perché i governanti della città sono i più spigolosi sulla materia: freddi e silenti. Sono due realtà distanti, che non comunicano e le poche volte che lo fanno è per azzannarsi. Ho in mano l´opuscolo che mi ha mandato Maurizio Baruffi. Si intitola «Tutti in bici, quest´anno si pedala...». E´ fatto bene, è pieno di curiosità, di statistiche, di confronti con altre città italiane ed europee. Nell´introduzione Baruffi, che ha fatto molte interrogazioni, mozioni e interventi sul tema della bicicletta in consiglio comunale, spiritosamente annota che in cinque anni tutto quello che ha ottenuto è una rastrelliera di fianco al Municipio con otto posti: «Di questo passo - scrive - ci vorranno 300 anni per soddisfare la domanda di parcheggi sicuri nel cuore della città».
L´opuscolo di Baruffi è un esempio di questo amore non corrisposto dei ciclisti milanesi. Un altro è il documento che accompagna l´invito delle organizzazioni più attive e rappresentative (Ciclobby, Ciclofficine popolari, Dateci pista, Fiab, +bc) ai candidati sindaci per dibattere insieme, domenica prossima, i problemi delle quattro ruote. Cito una frase per tutte: «Milano come Amsterdam: non è solo il sogno di pochi pazzi ciclisti visionari, può diventare un concreto progetto per amministratori illuminati. Il terreno è fertile, i tempi maturi, la cultura della bici urbana è risorta. Ma bisogna crederci. Da tutta Italia si guarda a Milano come all´inizio di un cambiamento possibile». Ma bisogna crederci, appunto. Bruno Ferrante ha accettato l´invito, Letizia Moratti per ora no. Altri cinque anni di amore non corrisposto sarebbero duri da vivere.