lunedì, luglio 21, 2008

sui Verdi, sul futuro

Il Congresso dei Verdi ha eletto per la seconda volta Grazia Francescato alla guida del partito. Aveva già "traghettato" i Verdi nel dopo Manconi verso il regno di Pecoraro Scanio. Il dibattito a Chianciano è stato asfittico, tutto interno a un piccolissimo partito della sinistra italiana che non ha più il fiato nè le ambizioni, la credibilità e l'entusiasmo di qualche anno fa.
Francescato ha prevalso grazie ai voti di quanti hanno sempre sostenuto Pecoraro e le sue scelte, di vita interna di partito e di linea politica. Una scelta di continuità, che conferma il saldo rapporto fra i due e che non riesce a cancellare dalla memoria la sciagurata esperienza della Sinistra Arcobaleno, di cui Francescato è stata una delle principali sostenitrici.
I Verdi di Milano e provincia non erano delegati al congresso, perchè l'assemblea milanese non aveva raggiunto il numero minimo di partecipanti, in seguito alla decisione - da me condivisa - di molti fra i più rappresentativi verdi della città e della provincia di non partecipare a un congresso farsa, inattendibile dal punto di vista della democrazia interna.

Fin qui la cronaca.

La mia impressione è che nessuno nel centrosinistra sia ancora riuscito a riprendersi dopo due anni che hanno dimostrato l'inadeguatezza della nostra classe dirigente a governare il paese e dopo lo sberlone dei risultati elettorali. Il nodo da sciogliere è quello della ricostruzione di un pensiero collettivo, di un linguaggio comune e di una classe dirigente adeguata.

I Verdi, ancorati al proprio destino, fermi sulle proprie battaglie di identità e incapaci di porsi il problema delle alleanze politiche e del dialogo col PD, non sono più utili nemmeno a dare vigore alla questione ambientale e a costruire la risposta ecologista alla crisi economica e democratica in atto. Nei mesi che abbiamo davanti bisogna capire se possono coesistere forme di rappresentanza territoriale degli ambientalisti, nelle città, nelle provincie, nelle regioni del nord, con un partito che ha eletto 14 componenti dell'Esecutivo nazionale senza che ve ne sia uno della Lombardia, del Piemonte o della Liguria.

Per me la priorità non è quella di consentire ai Verdi di prendere l'1,2% alle prossime europee così da garantire l'elezione di un deputato e un pò di rimborsi elettorali, ma di mantenere il centrosinistra al governo della Provincia di Milano e di costruire una realtà che, in strettissimo rapporto con il PD, ponga le basi per un rinnovato centrosinistra a livello nazionale e aiuti anche il PD a superare la sua crisi di progetto. Con i radicali, con i socialisti, con le energie critiche e libere della sinistra. A partire dai Verdi liberi.


Maurizio BaruffiCapogruppo dei Verdi a Palazzo Marinotel 0288450208-9 fax 0288450062