mercoledì, marzo 18, 2009

10mila euro per le faccine

Ma vi pare sensato spendere circa 10mila euro per poter votare con una faccina sorridente o incazzata il vostro impiegato pubblico preferito ? Io credo che Brunetta abbia perso il lume della ragione. Preferirei uno sportello informazioni in più all'ingresso di un ufficio pubblico che un totem da 10mila euro circa (7-8mila il totem, 1500 euro lo schermo, poi l'energia per farlo funzionare, i lavori di installazione, qualcuno che vada a fare una valutazione delle faccine etc etc etc).

venerdì, marzo 13, 2009

Per una rivoluzione verde. Dai blog la proposta.

Anch'io aderisco alla catena per una rivoluzione verde lanciata da ilKuda. Sul suo blog trovate le proposte alle quali hanno già aderito: ilKuda, Jacopo Fo, Letizia Palmisano, I blog alla difesa dell’ambiente, Domenico Finiguerra, Resistenza Civile, Fiore, Verdi di Ferrara, Franco Corleone, Come ti vorrei, Alessandro Ronchi, Marcello Saponaro, Pianeta Verde, Rigeneriamoci, Appunti e Virgole, Impianti e pannelli solari, Base Verde, Sciura Pina, Ladri di marmellate, CernuscoTv, Liberamente, Ma’pe iabbu, Gianluca Visconti, Ego&Quota, Informazione senza filtro, Samie, PdCI Latina, La Parola, Doppiocieco, Piazza Pulita, Tau2 Zero, Ambiental…mente, DeaMaltea, Yourpage, VIVERE Cernusco, 2 + 2 = 5, Yblog, Roberto Maviglia, Voglio il fotovoltaico, Gianluca Briguglia, No alla turbogas a Pontinia, Per il bene comune Lombardia, Sconfinanado, Verdi Emilia Romagna, Verdì Forlì-Cesena, SandBlog, PD Vedano Olona, BlogEko, Network Games, Marco Pagani, Il Derviscio, Radio Utopie, Il Replicante, Sale del mondo, Opinioni e benessere, Digital Worlds, Marcella Zappaterra, Trust Nobody, La tana del mostro, SpreadRSS.

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lunedì, marzo 09, 2009

sui problemi del bike sharing a milano

INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 2 MARZO 2009
Presiede Manfredi Palmeri - Presidente del Consiglio
Partecipa il Segretario Generale Giuseppe Mele

omissis
Il Presidente Palmeri dà la parola al consigliere Baruffi.
Il consigliere Baruffi così interviene:
“La ringrazio, Presidente. Intervengo sulla questione del Bike Sharing. Ho visto prima in Aula sia l’assessore Cadeo e sia l’assessore Croci, che adesso non vedo, perché credo che sia utile ed opportuno che vi sia un chiarimento su quello che sta succedendo. Noi infatti abbiamo l’abilità di rendere complicate tutte le cose semplici: un’iniziativa, come dire, che non può che trovare il plauso di tutti, quella a sostegno delle due ruote, in linea con quello che accade nelle grandi città europee, in linea con quello che accade ormai in moltissime città italiane, ebbene, un’iniziativa che oltretutto è stata rivenduta, fra virgolette, come uno degli esempi di come Milano si stia impegnando nella lotta all’inquinamento e che dovrebbe essere, quindi, assolutamente un gioiello di questa Amministrazione, ebbene, nemmeno questa riesce a funzionare. O meglio, non riesce a funzionare non solo perché è sottodimensionata, per ora, rispetto a quelle che sono le esigenze della città.
Noi sappiamo che esisteva uno studio della Fondazione Cariplo, commissionato dal Comune di Milano, che stabiliva come il fabbisogno fosse stimato in 300 stazioni e 5.000 biciclette; sappiamo che alla fine la gara bandita da ATM, per conto del Comune di Milano, con a disposizione 5 milioni di euro ricevuti come finanziamento dal Governo Prodi, dopo essere andata deserta in un primo passaggio, è stata aggiudicata a trattativa privata da ATM nei confronti di uno tre soggetti che realizzano questo tipo di iniziative in giro per il mondo, e cioè Clear Channel. Ebbene, quella gara è stata aggiudicata sulla base di 103 stazioni e 1.200 biciclette, quindi un terzo delle stazioni ed un quarto, se vogliamo essere ottimisti, se non un quinto delle biciclette a disposizione rispetto, ripeto, a quello che era stato lo studio della Fondazione Cariplo commissionato dal Comune di Milano.
Abbiamo visto la messa in opera del servizio, tra novembre e dicembre, in un momento in cui anche solo il buonsenso avrebbe consigliato forse di operare in altri mesi, in un’altra stagione, ma insomma, abbiamo visto quella messa in opera che è servita se non altro a rodare il sistema in questi mesi di neve, vento, freddo e pioggia, con 68 stazioni e 900 biciclette circa, cioè un dimensionamento ancora inferiore.
Ora si avvicina, per fortuna, la primavera, almeno dal punto di vista delle date, non so ancora quanto dal punto di vista atmosferico, e Milano non può permettersi una figuraccia nei confronti di questo servizio.
Allora la richiesta che io avevo fatto già nei giorni scorsi, in maniera informale, al Presidente della Commissione Trasporti, Osnato, era quella di fare un punto sulla situazione. Non solo, perché forse sarebbe bene che il Consiglio Comunale nella sua interezza fosse messo a parte di quella che è stata quella procedura di gara così contorta, che ha visto alla fine l’aggiudicazione del servizio da parte del soggetto Clear Channel, ma perché noi abbiamo, credo, il bisogno di capire se quel servizio è dimensionato in maniera corretta, se può essere potenziato e quali sono i problemi che possono essere rappresentati dal funzionamento di questo servizio in città.
Da un lato per il versante mobilità, e quindi anche magari immodestamente offrire qualche suggerimento perché il servizio sia migliore; dall’altro per quanto riguarda l’aspetto però dei contenuti economici di questo servizio, perché siccome nessuno è un benefattore su questa terra, chi ha vinto la gara alla fine, mi pare di aver capito dalle cronache dei giornali, che abbia vinto una gara nella quale il Comune di Milano rimane in possesso delle biciclette, delle stazioni, e questo viene pagato con i 5 milioni di euro ricevuti dal Governo di Centrosinistra negli anni scorsi, il Comune di Milano invece doveva dare le autorizzazioni per quanto riguardava la messa in opera degli impianti pubblicitari che dovevano servire a finanziare la gestione del servizio. Su questo fronte - leggiamo dalle cronache dei giornali - vi sono ritardi e, sinceramente, pare che ogni giorno di ritardo, ogni impianto non messo in funzione siano soldi che i cittadini milanesi dovranno sborsare per tappare le falle di un ritardo burocratico, amministrativo o di altro tipo. Io non so, ma chiedo che venga chiarito al più presto”.
omissis
Il Presidente Palmeri dà la parola all’assessore Cadeo.
L’assessore Cadeo così interviene:
“Grazie, Presidente. A seguito dell’intervento del consigliere Baruffi, ma anche prima, del consigliere Majorino, volevo fare una precisazione sullo stato dei fatti del Bike Sharing, al di là del fatto che poi mi sembra di aver capito che una Commissione deputata vorrà avere più ampie spiegazioni… Vorrei fare un attimo la cronologia degli interventi, perché nulla, come la cronologia e lo stato dei fatti, può rendere edotto il Consiglio sulla situazione.
Voi sapete che la società Clear Channel ha presentato tre istanze autorizzative nel corso dei mesi di novembre e dicembre 2008, quindi in tale data noi siamo venuti a conoscenza delle richieste sulle posizioni. In totale (è stato ricordato) sono 206 impianti pubblicitari bifacciali luminosi per 103 stazioni di progetto Bike Sharing. Ad oggi, sono state comunicate 94 posizioni favorevoli e 112 negative. Circa 94 positive occorre tener presente che sono state autorizzate ai sensi del Regolamento sulla Pubblicità, il Codice della Strada, quello dell’Arredo Urbano, della Sovrintendenza, del Settore Verde, e l’autorizzazione subordinata all’ottenimento di una ulteriore autorizzazione dei sottoservizi e, per talune posizioni, della Commissione per i Vincoli Ambientali.
In merito alle 112 posizioni negative, sono tali per: 15 per parere espresso dal Settore Arredo e dalla Sovrintendenza; 21 per il parere espresso dal Settore Verde; 5 per parere espresso dall’ATM; 2 per parere espresso dal Settore Pubblicità e Servizi Ambientali, coincidenza con posizione di struttura poggiata al suolo ed allegate al Piano Generale degli Impianti approvato ad ottobre 2008; 63 per parere espresso dalla Polizia Locale in base al Codice della Strada; 4 per presenza di obiettivi sensibili; 2 per presenza di cantieri. Pertanto, per questo, il procedimento è stato sospeso nell’attesa che la Società fornisse posizioni alternative.
E’ opportuno far presente che a tutt’oggi non siamo ancora in possesso del contratto tra Clear Channel ed ATM, che stabilisce tipologia di impianti, superfici ed ogni altra informazione utile, al fine del rilascio dell’autorizzazione.
Vi aggiungo che questa mattina, a seguito di taluni sopralluoghi effettuati congiuntamente tra gli Uffici e la Società, sono state individuate sei nuove posizioni, in alternativa a quelle non assentibili. Tali sopralluoghi continueranno e proseguiranno anche nel corso della giornata di domani.
In buona sostanza, l’obiettivo ovviamente del Bike Sharing è assolutamente condivisibile e condiviso. Devo peraltro dire che, ai fini dell’utilizzo da parte della cittadinanza, il Bike Sharing funziona, tutt’al più cinicamente, ma lo dico, potrei dire che è un problema di rapporti tra la Società e chi deve pagare, ma non certo il cittadino subisce un impedimento da questo.
Devo dire che i tempi… i tempi… chi vi parla voi sapete che è un assertore dello snellimento di procedure e burocrazia, però in effetti, se calcolate che le domande definitive sono arrivate ai primi di dicembre, c’erano le vacanze di Natale, non siamo fuori dai tempi.
Ultima questione, stiamo assolutamente lavorando per rendere sostenibile economicamente un servizio che, sottolineo, già esiste, e comunque esiste. Certo che tra questo non posso non provvedere a tutelare anche gli altri aspetti dell’Amministrazione di questa città. Dico io come Amministrazione Comunale, non tanto come Ufficio Pubblicità, che sono: la compatibilità ambientale dal punto di vista del Decoro, la compatibilità con il Verde, quello al Codice della Strada. Quindi si lavora per risolverlo, però non è che possiamo, tra virgolette, svendere questa città, pur condividendo assolutamente il servizio.
Le ipotesi sono tante. Io ho anche pensato che in sede di questa Commissione chiederò al Consiglio anche alcuni indirizzi. Ad esempio, la Società ci ha richiesto (ricordate che con l’approvazione del Piano Generale degli Impianti, abbiamo approvato 100 posizioni assentite, che sono oggi sul mercato, e vengono rinnovate), ha chiesto ad esempio, di riservarle a loro. Può essere una scelta, ma una scelta che non mi sento di fare da solo. Alcune posizioni assolutamente non sono assentibili (sono quelle che vi ho elencato) per i vari motivi. Qui, tanto per rendere l’idea, ho degli esempi di richieste, ovviamente l’investitore fa bene a chiedere, ma io non potrò mai assentire ad un impianto pubblicitario bifacciale davanti al Palazzo dei Giureconsulti, più certe altre situazioni. Insomma, laddove c’è una relazione non c’è stata trascuratezza né negligenza, c’è motivazione. Ovviamente, la motivazione e le verifiche io le potrò fare nel momento che sono entrato in possesso delle istanze, non potevo farle prima. Credo che questo sia un motivo abbastanza chiaro.
Insieme alla Commissione poi approfondiremo questo tema. Ripeto, l’obiettivo è nobile ed è assolutamente condiviso, tant’è vero che è già partito. Capisco le esigenze di chi lo gestisce, che deve essere sostenibile. Faremo tutti gli sforzi per farlo, dopodiché quello che non sarà sostenibile verrà compensato, ivi compreso l’essere pagato. Non vedo, a meno che il Consiglio non indichi altre soluzioni, quali altre soluzioni fare.
Stiamo procedendo assolutamente con spirito collaborativo, ma anche nel rispetto della tutela di tutti gli aspetti che sono toccati da questo servizio. Non vorrei mai che succedesse come con le Mura Spagnole, che poi voi stessi, una volta visto, dite: “Ah, come mai… andava bene stare alle Mura, ma perché tutta quella pubblicità”? Ora, io che asserisco che la pubblicità invece deve servire, è uno strumento bello per risparmiare soldi, vero che questo concetto poi si misura con la realtà, in questo momento deve misurarsi con… là dove la Sovrintendenza non vuole, non vuole; là dove l’Arredo dice non è possibile mettere un impianto, non è possibile mettere un impianto; là dove il Codice della Strada dice non è possibile mettere questo impianto, non è possibile bypassare il Codice della Strada.
Quindi, la questione è molto semplice. Poi sugli indirizzi sono disposto, anzi, auspico confrontarmi con il Consiglio. Il Consiglio decide che le 100 posizioni assentite con il Piano Generale degli Impianti vanno finalizzate al Bike Sharing? Va benissimo. Me lo farete sapere, io non ho soluzioni preconfezionate in tasca. Discutiamone, parliamone, va benissimo la sede della Commissione per gli approfondimenti. Quello che credo è che stiamo assolutamente, in questo caso perlomeno, agendo secondo i tempi dovuti e con il massimo impegno per risolverlo nel rispetto di tutti gli aspetti che vi ho detto. Grazie, Presidente”.
Il Presidente Palmeri così interviene:
“Grazie a lei, assessore Cadeo. Prima di dare la parola al consigliere Gentili, diamo per un minuto la parola al consigliere Baruffi, in relazione a questa specifica comunicazione. Consigliere Baruffi, per ovvie ragioni, non più di un minuto. Prego”.
Il consigliere Baruffi così interviene:
“Grazie. No, anche dieci secondi, solo perché l’Assessore ci ha detto che l’Assessore non è in possesso del contratto fra ATM e Clear Channel su cui si basa il funzionamento del servizio. Allora io, Presidente, le chiedo di acquisire, non so adesso quale sia la strada che dobbiamo seguire, però è evidente che se il Consiglio Comunale di Milano e la Giunta Municipale di Milano non sono in possesso del contratto che regola i rapporti fra ATM e la Società che gestisce il Bike Sharing, la cui ricaduta sulla città, oltre che il servizio, è la presenza di questa serie di impianti pubblicitari che ci ha detto l’Assessore, beh, è evidente che non riusciamo neanche a dare alcun tipo di indirizzo che non sia del tutto fantasioso. Quindi, io chiedo al Presidente del Consiglio Comunale, in primo luogo, al Presidente della Commissione Consiliare competente, non so se il collega De Pasquale o il collega Osnato, però di recuperare questo contratto, per cui quando si fa la Commissione ci siano gli elementi”.
omissis