mercoledì, aprile 29, 2009

Kebab «disobbediente»

Kebab «disobbediente» - Si mangia in strada, davanti a uno dei tanti laboratori artigianali di kebab del quartiere Isola di Milano: è il presidio di protesta organizzato da alcuni consiglieri regionali e comunali di centrosinistra contro la bozza di legge regionale 124 della Lombardia, che disciplina la vendita dei prodotti alimentari negli orari notturni e proibisce ai laboratori artigianali di allestire tavolini o sedute sul marciapiede (Dal Corriere della Sera)

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domenica, aprile 19, 2009

INTERVENTO IN BOZZA
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
DEL 16 APRILE 2009

omissis

Il Presidente Palmeri così interviene:
“Grazie a lei, consigliere De Angelis. La parola al consigliere Baruffi”.
Il consigliere Baruffi così interviene:
“Grazie, Presidente. Io mi rivolgo ovviamente al Sindaco, agli Assessori, ai colleghi, per dire innanzitutto che come siamo stati sostenitori della candidatura di Milano ad Expo 2015, ed abbiamo creduto nella bontà di un progetto che metteva al centro non le quantità di cemento o di opere da fare in città, ma un tema, quello di come nutrire il pianeta, di come dare energia per la vita, beh, su quel tema noi continuiamo ad essere forti sostenitori di Expo 2015. L’auspicio è che Expo 2015 non sfugga di mano più di quanto non sia già sfuggito al Sindaco di Milano. Cioè il problema è che tutto quello che è successo in questo anno è stato un assalto a quella che era stata la costruzione di un’operazione, politica e di contenuti, sulla quale Milano giocava e gioca una fetta importante del rilancio per Milano e per il Paese, e che in questo anno è stata oggetto di un assalto vero e proprio, che è venuto dall’interno della stessa Maggioranza di Centrodestra, che oggi governa il Paese e che governa la città di Milano, e che ha voluto in qualche modo sottrarre al Sindaco di Milano, nonché Commissario di Governo per Expo 2015, la vera leadership su questa vicenda. Io credo che il Consiglio Comunale di Milano, se può essere utile al Sindaco in qualche modo, debba esserlo nel cercare di rimettere al centro la città di Milano in questa operazione, la forza che ha quel progetto, che era stato espressione in primo luogo dalla città di Milano, condivisa da altri Enti, condivisa dal Governo, ma della città di Milano, e su questa base noi dobbiamo capire come, che ruolo giocare, anche con la Commissione che andremo ad istituire su Expo 2015. Questo non vuol dire fare sconti politici, questo non vuol dire che le questioni che gli altri colleghi hanno sollevato non siano ben presenti, questo non significa che dobbiamo dimenticarci adesso che è arrivato un nuovo Amministratore Delegato, che fa finta di essere venuto dal cielo e che dice: io non nominerò quelli indicati dalla politica, e poi si ritrova, nominato dalla politica, a fare l’Amministratore Delegato della società di gestione, ma soprattutto nominato dalla politica in Parlamento, perché non è che ha preso i voti, è stato eletto sulla base di una lista che lo metteva in una posizione che gli garantiva l’elezione. Allora, io dico che non siamo nati ieri, oggi è inammissibile che Glisenti, come dire, dica: è la politica che mi ha fatto fuori, e dall’altra parte che Stanca dica: io non sono qua per fare i giochini della politica. La politica c’è, in questa faccenda, ha giocato un ruolo, pesante, lo ha giocato in una direzione che ha spostato l’asse del comando su Expo 2015, oggi io credo che il Consiglio Comunale di Milano, se deve fare uno sforzo vero, è quello di raddrizzare questo asse, perché le questioni non vengano decise da chi fa le infrastrutture in Regione - e qui apriamo il fronte tunnel, ma credo che ci penserà poi il mio collega Fedrighini su questo - non possiamo permetterci che siano le logiche del potere romano, sia pure lombardo, ma romano, a governare Expo 2015, dobbiamo mantenere la barra su quello che era il progetto che ci ha fatto vincere l’assegnazione di Expo. Allora su questo io voglio dire al Sindaco una cosa… mi permetto di dire importante, cioè questo balletto sulla Città del Gusto e della Salute è un balletto pericoloso, che noi si legga sui giornali che Stanca ha già detto che gli va bene farla a Rho-Pero, cioè… mentre SO.GE.MI. va ad approvare un Bilancio, che si chiude in questi giorni, un Bilancio 2008 nel quale SO.GE.MI. mette in voce attiva svariati milioni di euro, mi pare una ventina di milioni di euro, dovuti alla valorizzazione dell’area sulla quale nascerà la Città del Gusto e della Salute. Noi abbiamo avuto il Presidente di SO.GE.MI., Predolin, una settimana fa, in Commissione Consiliare, che ci ha parlato di questo come della realtà immediata che domani o dopodomani parte la Città del Gusto e della Salute, abbiamo dato incarichi al Politecnico per studiare una fattibilità urbanistica da 200.000 euro, abbiamo un incubatore gestito dall’assessore Rossi Bernardi con un finanziamento di 600.000 euro del Comune di Milano per i progetti della Città del Gusto e della Salute, e poi arriva il nuovo Amministratore Delegato, non il Sindaco di Milano, e dice, sui giornali, che si farà da un’altra parte, ed io voglio vedere poi il Bilancio di SO.GE.MI. del 2008 chi lo certificherà, chi lo firmerà, e soprattutto quando eventualmente si dovesse verificare che quella partita messa a Bilancio non esiste, perché le idee sono altre, come si farà a ricoprire quei buchi di Bilancio. La seconda questione, signor Sindaco, il lavoro da fare con il terzo settore, con il mondo del volontariato è un lavoro serio ed importante. Io le chiedo una cortesia, perché so che lei su questo ha modo di intervenire, non credo che l’associazione ‘Milano bella da vivere’ possa presentarsi alle associazioni del terzo settore del volontariato come l’interlocutore privilegiato per avere i canali di accesso alla società di gestione dell’Expo. Credo che questo non debba accadere. Terza questione, ed ultima, i problemi che Expo ci pone sono problemi seri ed importanti, sono quelli dell’alimentazione in un mondo dove le multinazionali ed i Paesi, dalla Corea alla Cina, stanno acquistando grandi quantità di terreni agricoli in altri Paesi, penso al Madagascar, penso al Vietnam, per avere garantiti i rifornimenti di riso, di cereali, di quantità di derrate alimentari ad uso e consumo della propria popolazione. Le guerre alimentari sono uno degli scenari sui quali stanno ragionando i centri di studio internazionali, come uno scenario possibile dei prossimi venti o trent’anni, Expo deve diventare un momento di riflessione perché il mondo vada in controtendenza rispetto a questo, e su questo io credo, ancora una volta, che tutto il filone dell’educazione all’ambiente ed alla sostenibilità, che tutto il filone dell’educazione all’alimentazione, che tutto il filone della riflessione seria su ciò che siamo è ciò che mangiamo sia di fondamentale importanza. Chiudo permettendomi di dare uno spunto in più. Mi è capitato di leggere, in questi giorni, un libro particolarmente interessante, che è uscito circa un anno fa in Italia, ‘Il dilemma dell’onnivoro’, è un saggio di Michael Pollan, delle Edizioni Adelfi, che dà un quadro agghiacciante non di come funziona il mondo dell’alimentazione dal campo alla tavola, come si usa dire, ma a ritroso, di come funziona dalla tavola al campo. Leggerlo significa capire tante cose sul perché sia importante agire subito e bene perché il cibo sia buono, pulito e giusto, e non sia, invece, solamente uno strumento di geopolitica”.
omissis