mercoledì, gennaio 02, 2008

ecopass: tanto marketing poca sostanza.

Questo è il testo di una intervista a Maurizio Baruffi, pubblicata su Il Giornale lo scorso 24 dicembre, prima dell'avvio della sperimentazione dell'Ecopass.
 

«Tariffe troppo complicate Così in tanti faranno i furbi»

di Giannino della Frattina - lunedì 24 dicembre 2007
IL GIORNALE
 
«Il ticket? Giusto far pagare chi usa l'auto in nelle zone centrali della città. Soprattutto quelle con l'alternativa del mezzo pubblico». Verde, capogruppo a Palazzo Marino, Maurizio Baruffi non ha problemi ad appoggiare quello che è da sempre un pallino di Letizia Moratti. Promossa. O forse rimandata a settembre.
Baruffi, vuol dire che per una volta essere di destra o di sinistra è meno importante che affrontare un problema?
«Il principio è corretto. Non è un diritto andare in macchina come e dove si vuole».
L'Ecopass servirà almeno a far capire che andare in tram è più virtuoso che stare in coda e inquinare?
«Sancisce il fatto che un Comune ha il diritto di mettere una tariffa d'ingresso. A patto che lo si dica chiaro. Vedo nella Moratti una straordinaria operazione di marketing».
Già finita la luna di miele?
«Non parla mai di tassa. Nella lettera inviata ai milanesi non compare la parola prezzo, né tantomeno costo. L'immagine è più importante del contenuto».
Il fine è chiaro, la difesa della salute dei milanesi.
«La si fa in modo troppo complicato. Meglio sarebbe stato il modello londinese: una tariffa unica da pagare tutti. Si sarebbe evitato l'odiosa differenza di classe tra chi si può permettere un'auto nuova e chi no, tra chi passa senza pagare e chi deve pagare».
L'auto nuova non inquina.
«Ma non si può applicare una tassa retroattiva. Se io qualche anno fa ho comprato quella che allora era una macchina tecnologicamente avanzata e oggi va bene, perché devo essere costretto a cambiarla?Questa è una tassa».
Sull'inquinamento.
«La lotta si fa su larga scala. Difficile pensare che con il limite fissato ai Bastioni si ottenga qualcosa».
Meglio di niente.
«Meglio di niente. L'importante è cominciare. Anche se già nell'85 con un referendum i milanesi chiesero la chiusura del centro alle auto. Ma non se ne fece nulla. Prima il sindaco Marco Formentini, poi Gabriele Albertini hanno nuovamente fatto passare l'idea che si può andare dove si vuole e come si vuole».
È già partita la corsa alla deroga: infermieri, vigili, poliziotti, farmacisti turnisti. Non si rischia di mandare tutto a monte?
«Il meccanismo complicato facilita i comportamenti all'italiana. Tutti cercano di infilarsi e rimediare qualcosa. A cominciare dai commercianti che ne stanno facendo un dramma».
Gente che lavora.
«Ma quanti pacchi di pasta ci sono su un furgone? Se fosse uno capirei, ma dividere 5 euro per centinaia non sarà mica una tragedia».